Ecopsicologia e il Rapporto Empatico

 

Da uno scritto di ricerca elaborato dalla Dr.ssa Daria Di Fiore Laureata in Psicologia nel corso Triennale del Dipartimento di Psicologia dell’Università “Carlo Bo” di Urbino, Tirocinante presso il Centro di Psicosintesi “Roberto Assagioli”,  seguita dalla Dr.ssa Mirella Balla in qualità di Tutor.

“…..il ruolo del sentire nel contesto naturale”

Nello specifico gli aspetti emotivi, sensoriali, energetici, immaginativi del contatto con il vivente.

Il fulcro del progetto è una ricerca ecopsicologica, che si propone di osservare l’ influenza dell’ ambiente naturale sugli aspetti percettivi e psico-sensoriali dell’ uomo con particolare riferimento al “contatto empatto”. Un concetto che rimanda per significato a quello elaborato da D. Hume sotto l’ accezione di simpatia: una propensione dell’ uomo a sentire l’ Altro, una capacità automatica che induce a lasciarsi influenzare dalle emozioni e sensazioni altrui anche se direttamente contrarie alle proprie.

Una nozione che supera gli aspetti relativi all’ etica e che piuttosto si sofferma sulla caratteristica della reciprocità del sentire e del suo riverbero tra due corpi o soggetti.

L’ apertura verso l’ esterno, che può essere considerata la base del sentire, induce inoltre a percepire un senso di continuità con l’ ambiente.

L’ interconnessione tra l’ uomo e l’ ambiente naturale implica un continuo scambio che si traduce in relazioni soprattutto sensoriali e simboliche. Questa connessione simpatetica mediante la quale crolla l’ alterità, la differenziazione Io – Altro risulta evidente quando ci si riferisce a quella dimensione collettiva delineata da K. G. Jung con il concetto di archetipo. Quest’ ultimo infatti si configura spesso come albero o pianta miracolosa la cui sezione trasversale assume la forma di un mandala. Le analogie morfologiche tra uomo e pianta o albero mettono in luce un’ analogia anche nelle funzioni. Infatti come sostenuto anche da G. T. Fechner in Nanna o L’ anima delle piante, la forza vitale che sottende la spinta motoria e che accomuna ogni forma vivente deve fare riferimento ad un’ esigenza interna che non può essere considerata come involontaria. La pianta ad esempio, possiede l’ impulso nel modificare la propria crescita in relazione alle condizioni esterne che le sono offerte, dunque la possibilità di plasmare la propria esistenza nonostante la condizione intrinseca di immobilità al suolo. Il crescere della pianta rappresenta dunque l’ agire per l’ ente munito di capacità motorie.

L’ ambiente naturale è considerato non più come contenitore, ma come parte attiva, il fulcro di una continua relazione empatica tra gli aspetti visibili e non visibili dell’ esistenza e che mediante questa genera una presa di coscienza rispetto al senso di continuità e vulnerabilità.

Alcuni elementi per la comprensione della relazione empatica potrebbero riferirsi:

1)  Agli aspetti meditativi nel contatto con il vivente ( nel particolare il ruolo dell’ apertura, del silenzio, del controllo e della distanza ); ma anche

2) L’ influenza dell’ Altro, o meglio dell’ ambiente naturale, verso il nucleo delle rappresentazioni interne con particolare riferimento alla relazione percettiva e sensoriale.